Scritto nel 2004
In attesa che Milano veda realizzarsi il suo mini-centralpark, su parte dell’area ora occupata dalla Fiera e con un’estensione pari ad un ventisettesimo dell’originale newyorkese, alcuni cittadini si sono dati da fare creando con le proprie mani delle vere e proprie oasi di verde-familiare a pochi passi dalla loro casa.
Sono così nati gli Orti di via Chiodi, e chi transitasse, nella tranquillità dei pomeriggi dei fine settimana, in questa via poco nota tra piazza Negrelli e via Faenza, vedrebbe, con stupore, intere famiglie spensieratamente affaccendate in piccoli lavori agricoli e di giardinaggio, oltre che nella preparazione di gioiosi barbecue.
Con il nuovo P.G.T. Milano sarà più verde? 5 domande all’assessore Masseroli
I temi dell’incremento delle volumetrie, della densificazione della città e di come questi sarebbero favoriti dal nuovo P.G.T., sono stati molto discussi. Non altrettanto è stato fatto per il verde pubblico, anche se tutti gli interventi, che non sono rivolti ai tecnici, ma al grande pubblico, del Sindaco Letizia Moratti hanno privilegiato quasi esclusivamente questo argomento, affermando la superiore qualità che avrà quella Milano che oggi viene descritta, non sempre a ragione, più grigia che verde.
In casa dell’impiccato
Non si parla di corde, in casa dell’impiccato. In casa Assimpredil si è parlato di concorsi di architettura, e subito è riemersa la polemica sul caso “Arcimboldi”, del quale i più giovani troveranno copiosa letteratura, esentando queste colonne dalla replica. Non è bastata l’iniziativa degli imprenditori edili a favore della discussione del tema dei concorsi di architettura, a saldare una diversità di vedute che ha reso malinconico finanche il generoso buffet offerto dall’ospite. Mi chiedo se, in casi come questo, non sia più realistico e dignitoso riconoscere l’esistenza di un conflitto di interessi che, pur nella buona fede di entrambe le parti, impedisce la difesa di un “terzo” che, in questo caso, è la collettività.
EXPO 2015: le cascine e i figli dell’assessore
“La fantasia e la concretezza” (Rizzoli 2003) è il titolo di un notevole saggio di Domenico De Masi, la cui lettura è d’obbligo per l’universitario impegnato nel corso di sociologia, ma che suggerisco a tutti coloro i quali, avendo responsabilità pubbliche, devono tenere in particolare considerazione l’evoluzione della cultura umanistica e scientifica in rapporto ai fatti storici, in modo da evitare, quantomeno, la vergogna della “scoperta dell’acqua calda”.
P.G.T., periferie, parrocchie
Milano, periferia Est.
Sabato 3 ottobre la Chiesa di viale Corsica è stipata di fedeli. Si celebra l’investitura ufficiale del nuovo parroco. C’è il Vescovo Erminio che tira l’applauso della gente con gli occhi lucidi di commozione. Sanno che quel parroco rappresenta una comunità o, come lui dirà al termine della cerimonia, un “paese” in città. Padre Franco è uomo di Dio e di una Chiesa colta e, pur senza essere sociologo o urbanista, comprende che attorno a lui si stringono persone tra loro solidali e che questa condivisione di ideali, ma anche di luoghi, è contemporaneamente uno strumento e un fine.
Facciamoci del bene
L’estate scorsa, approvando la Legge n. 133/2008, il Parlamento ha offerto a comuni, province, regioni ed altri enti locali, la possibilità di utilizzare una procedura assai semplificata (art. 58) per vendere congrue quantità di edifici e terreni, ponendo sostanzialmente come unica condizione che fossero “non strumentali all’esercizio delle proprie funzioni istituzionali”.